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Quando si parla di proiettori laser da intrattenimento, nel discorso prima o poi entra in scena la fatidica frase: “ho sentito che per usare i laser potenti ci vuole il patentino” oppure “so che oltre una certa potenza serve il patentino”.
Poi però non si va mai oltre, nessuno ha qualche informazione più precisa su questa misteriosa autorizzazione e quindi la soluzione più facile e risolutiva è far cadere il discorso, far finta di nulla e considerare questo “patentino” qualcosa di mitologico, inarrivabile e riservato solo al laserista più esperto.

Ma quindi, esiste o no questa patente per i laser ? Come la si ottiene ? Quanto dura ?
Probabilmente, dato che esiste un patentino per il fochino, cioè riservata ai chi si occupa di pirotecnica, il pensiero comune è che quindi ci possa esistere un documento analogo per i laser, essendo un effetto luce considerato in alternativa ai fuochi d’artificio.
In realtà, il patentino per i laser non esiste!

Quindi, è una bella notizia ? In Italia c’è libertà totale di usare laser potenzialmente pericolosi per gli occhi e la pelle?
No, affatto, in realtà l’abilitazione professionale per l’utilizzo dei laser esiste eccome, però non è un patentino, ma è un corso con verifica finale di apprendimento della durata di 40 ore.
Il Decreto Legislativo di riferimento è l’ 81/2008, il testo unico sulla sicurezza sul luogo di lavoro, che tratta in maniera approfondita i rischi derivanti dall’ esposizione alle Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA), di cui la luce emessa dal laser fa parte.
Forse inizialmente si fa fatica ad associare la sicurezza nei luoghi di lavoro ai proiettori laser da intrattenimento, perché l’81/2008 porta subito alla mente scarpe antinfortunistiche e imbraghi anticaduta, oppure perché si pensa ai laser solo in luoghi di lavoro come officine con taglio laser oppure studi medici per interventi estetici. Ma la legge è molto chiara, se in azienda sono presenti apparecchi laser di classe 3B o 4 (ovvero tutti i laser utilizzati negli spettacoli, vi rimando ad un articolo dedicato alle classi dei laser), ci deve essere la figura professionale del Tecnico della Sicurezza Laser (TSL) che si occupa della prevenzione dei rischi derivanti dall’uso di sorgenti laser.
Un corso base di qualche ora proposto da un rivenditore di effetti laser può non sostituire questa abilitazione, che è piuttosto impegnativa proprio perché fornisce tutti i mezzi per il calcolo e la valutazione del rischio da radiazione laser.
Potreste a questo punto porvi questa domanda “ma io non lavoro in una fabbrica, faccio i laser all’aperto e davanti a un pubblico, cosa c’entra la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro?”.
La risposta è che innanzitutto, vanno considerati gli altri lavoratori sicuramente presenti: steward, ballerine, deejay, baristi, tecnici audio/luci etc, inoltre dobbiamo poi tenere comunque conto del pubblico presente, che certo non sta lavorando, ma ha gli occhi puntati proprio in direzione dei proiettori laser.
In questi anni ho sentito un gran numero di informazioni errate che si tramandano da un utente inesperto all’altro, qualche esempio:
– solo i laser sopra 1 watt sono pericolosi,
– i raggi laser sono sempre in movimento quindi non sono pericolosi,
– oltre 10 metri i laser sono meno pericolosi.
Una castroneria peggiore dell’altra.
Io sono un tecnico TSL certificato ed in questo articolo non entrerò nel dettaglio, ma vi posso riassumere velocemente il concetto: dato che l’analisi del rischio è un calcolo piuttosto complesso che tiene conto di numerosi fattori (ad esempio durata del tempo in cui il laser colpisce l’occhio, potenza della sorgente laser, distanza dalla sorgente, lunghezza d’onda del laser, etc. ), non esiste una regola fissa per stabilire se c’è pericolo oppure no, ma esiste un valore limite di esposizione VLE da calcolare e sopra il quale il laser è pericolo, ovvero la quantità di energia laser che entra nell’occhio è sufficiente o meno a creare danni permanenti alla retina.
E all’estero invece ?
La situazione è diversa da paese a paese, con normative di riferimento differenti. Ci sono figure professionali equivalenti del TSL, ovvero l’ LSO (Laser safety officier) e ci posso essere permessi da richiedere per l’uso di proiettori laser. Pertanto bisogna sempre fare riferimento alle norme di riferimento del proprio paese, in quanto all’estero potrebbero esserci situazioni molto diverse e anche piuttosto pericolose, specie in paesi in cui la cultura sulla sicurezza sul lavoro (e non solo) non è ancora così progredita.
Per concludere, quando scegliete un fornitore per un lasershow, affidatevi a persone che possano dimostrarvi una concreta e certificata conoscenza dell’argomento e non solamente basata su anni di esperienza (di spettacoli fatti male, magari).

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